lunedì 7 marzo 2016

Recensione: "QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA"

Buongiorno miei  cari lettori!
Come state??
Io sono presissima con l'università, con un nuovo lavoretto e con diverse nuove idee che mi balenano nella testa!
Ho tantissimi libri di cui parlarvi, tantissime cose da raccontarvi e quindi devo darmi una mossa.
Scusate questa assenza, sono partita una settimana per l'Inghilterra e al mio rientro mi sono trovata sommersa di impegni.
Oggi però sono qui per parlarvi di un libro che ho letto ormai un mese fa (si lo so è tantissimo), ma ci tenevo davvero tantissimo a postarvi questa mia recensione sia perché è un libro piuttosto nuovo, ma anche perché mi è piaciuto!
Quindi bando alle ciance e partiamo subito!
Titolo: Quel fantastico peggior anno della mia vita
Autore: Jesse Andrews
Casa editrice: Einaudi - Stile libero
Prezzo: 17,50 euro
Anno di pubblicazione: 1 Dicembre 2015
Pagine: 250
Quel fantastico peggior anno della mia vita” esce in Italia a Dicembre giusto in tempo per il suo debutto cinematografico.
Il libro si apre con Greg che nel corso di tutto il romanzo ci racconterà la sua storia per sopravvivere durante gli anni del liceo, la sua passione per il cinema e ci parlerà di Rachel.
Fin dalle prime pagine il libro risulta un po’ inconsueto, infatti, l’autore ci spiega che ciò che stiamo per leggere non è altro che un insieme di pensieri alla rinfusa, scritti male e molte volte senza senso, pensieri di un ragazzino all’ultimo anno del liceo; ci dice inoltre che se siamo intenzionati a mollare tutto e a chiudere il libro ciò è più che comprensibile.
Sicuramente un inizio così risulta bislacco e riesce ad incuriosire il lettore.
Greg è un ragazzo all’ultimo anno del liceo, è grassoccio, molliccio e fin dall’asilo cerca di non stringere amicizie per non doversi ritrovare all’interno di un qualsiasi gruppo.
Passa tutta la sua vita senza stringere un legame sincero, cerca di essere amico di tutti e di nessuno.
Greg ci presenta Earl, ecco, questo ragazzino maleducato e irascibile è la persona a lui più vicina, non per amicizia ma a “causa “di una passione in comune: il cinema; fin da piccoli si ritrovano a guardare film e a cimentarsi nell’arte della ripresa.
Improvvisamente la vita di Greg viene stravolta.
Rachel, la ragazza a cui aveva spezzato il cuore da bambini si ripresenta nella sua vita con forza. Rachel è malata, ha la leucemia e contro la sua volontà Greg si ritrova a starle vicino, diventando forse il suo migliore amico.
Fino a qui sembra tutto rose e fiori, una classica storia di malattia, di amicizia e forse d’amore, eppure non è ciò che succederà in questo libro.
Non ci troviamo davanti ad un personaggio che dopo anni di “solitudine” capisce l’importanza dell’amicizia, non ci troviamo davanti ad una storia triste e dolce.

Il personaggio di Greg infatti non fa nulla di tutto ciò, è indelicato e dissacrante nei confronti di Rachel e ci dice che nella malattia e nella morte non c’è mai senso.
Certo il rapporto che si instaura tra i personaggi sfocia sicuramente in amicizia condita con una punta di pietà e di obbligo.
L’ultimo anno di liceo per Greg è particolare, a causa di questo “scherzetto” giocato dal destino, i suoi piani per rimanere invisibile sfumano. Si ritrova al centro di molte discussioni, il suo amato lavoro cinematografico (nascosto per anni anche ai familiari) viene spiattellato davanti all’intera scuola.
Tutto cambia, anche Greg, si rende conto di quanto egoista sia, di quanta importanza dia al giudizio altrui, di quanto sia stato stupido a nascondere i suoi sogni.
La malattia come ben si capisce passa assolutamente in secondo piano per tutto l’arco del libro, ci ritroviamo davanti a cinismo, sarcasmo, parole zozze e infinite liste.
Nonostante l’intero romanzo sia strano e alle volte confusionario (per via dei diversi temi affrontati da Greg), il finale trova una sua collocazione logica, ogni personaggio scopre la sua strada e Greg finalmente capisce cosa deve fare nella vita, anche grazie all’aiuto di Rachel.
Per quanto riguarda lo stile narrativo ci troviamo davanti ad un lavoro differente a ciò a cui siamo abituati. Il romanzo viene narrato in prima persona (e fino a qui niente di strano), che viene intervallato a interi capitoli descritti come se fossero sceneggiature cinematografiche, ad altri interamente scritti seguendo il metodo “lista della spesa”; questo continuo cambio può allontanare il lettore non permettendogli di immergersi completamente all’interno della storia.
Un libro ricco d’ironia e molto particolare, un ottimo esordio per Jesse Andrews.

1/2



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